domenica 30 dicembre 2007

sabato 29 dicembre 2007

Grandi donne

Benazir Bhutto è morta. Alla fine sono riusciti ad ucciderla. Scrivo di lei solo oggi, in un momento in cui mi sono alzata dal letto, con la mia borsa dell'acqua calda, compagna immancabile in questi ultimi due giorni. Sono rimasta davvero male, per quanto si trattasse di una morte "annunciata". Benazir Bhutto era l'ex Presidente pakistano, era la leader dell'opposizione al governo del generale Musharraf. Era una madre, una moglie, una donna coraggiosa che amava il suo paese e il suo popolo, che aveva riacceso in molti la speranza, per un cambiamento, per la democrazia. Era una donna che ammiravo. A lei e alle molte donne coraggiose vive o morte (uccise) va il mio pensiero. Per non dimenticare. Scrittrici, giornaliste, politiche che hanno cercato la verità, che lottano per degli ideali, per il bene comune, contro i poteri forti e corrotti. Donne che ci credono fino in fondo, che ci mettono forza e cuore. Penso ad Anna Politoskaia, ad Aung San Suu Kyi...loro e i loro pensieri vanno portati avanti e ricordati.
La situazione in Pakistan ora è molto tesa e gli scontri di questi giorni preannunciano una guerra civile; non ci sono politici così capaci e così amati come la Bhutto. In paesi così difficili e tormentati si fa fatica a immaginare una soluzione...
Io pensando a queste donne mi accorgo che esistono problemi molto più grandi dei miei e credo che questi siano esempi importanti.
Ora, la mia più grande speranza e il mio appello sono per la liberazione di Ingrid Betancourt, candidata verde colombiana, da cinque anni ostaggio dei ribelli della Farc nella giungla. Ricordo che proprio oggi sono state avviate alcune trattative guidate da Chavez che, mi auguro, si concluderanno con la liberazione di tre ostaggi. Ma la Betancourt è franco-colombiana ed è assolutamente vergognoso che che siano passati così tanti anni senza che un governo, europeo e moderno, come quello francese, sia riuscito a portare avanti trattative e azioni significative verso la liberazione. Poco o nulla è stato fatto per una leader politica a cui, per fortuna, i media hanno dato risalto, pensate per i tantissimi altri prigionieri che sono con lei, persone comuni, di paesi "arretrati", come potrà finire...
Resistere, resistere, resistere! (informarsi ed interessarsi sempre)

martedì 25 dicembre 2007

Canta che ti passa...

GENTE PER BENE E GENTE PER MALE
BATTISTI-MOGOL

Ah fatemi entrare
voglio giocare voglio ballare insieme a voi
No! Sei troppo ignorante
odori di gente
che non conta niente, paura ci fai

Eppur io sono buono - ma... sarà
Vi porto un po' di vino - non ci piace
E son di compagnia - va all'inferno e così sia

Perché non mi volete forse con un altro mi scambiate
non feci mai del male

mio padre è guardia comunale
mia madre lavora all'ospedale
per questo tu non sei a noi uguale

Ah fatemi entrare
so che scherzate poi canterete insieme a me
No! Oltre ignorante sei anche invadente
con noi non la spunti e non chieder perché

Eppure non son nato - fatti tuoi
Indesiderato - hai capito
sbagliate forse voi - tanto qui non entrerai

Perché dicono che il cane mio non è intelligente
non han capito niente

festeggia sempre l'altra gente
e farsi amar per lui è importante
fa quel che sente lui fa quel che sente
è solo perché come te è ignorante.

Ah! Fa freddo un poco ma c'è un bel fuoco un po' più in là
tu vendi amore, ma questa sera purtroppo
io non ho soldi e per questo non lo posso comprare
Ah! Ma dici davvero ma dici davvero non posso accettare
Comunque grazie, ancora grazie
E vista l'ora gentile signora ti posso accompagnare?
E vista l'ora gentile signora ti posso accompagnare?


BUON NATALE

giovedì 20 dicembre 2007

Storia di una passione

"Sei bella. Mi fai sesso".
"Prima o poi mi tradirai".
"Io non appartengo a nessuno".
"L'ho sempre saputo, Nicola, ma amore è purezza. Altrimenti non è".
Più parlo e più l'allontano. Arrischio sincerità plebea e immodesta, gli faccio annusare la mia paura. Scavo nel buco della sua anima, senza alcuna indulgenza.
"Nicola, la passione, questa passione uccide. Perchè è una resa".
Inseparabili siamesi, siamo monadi saldate. Nicola ha l'odore costante della febbre che mi trascina, ipocrita e macilenta, nella dipendenza.
Dipendo da lui e lo sa. Controlla da padrone ogni mia cellula, ne approfitta, il sapermi soggiogata al suo invisibile potere gli garantisce immunità al dolore. Mi lascerà piagata e offesa, senza accorgersene. Conosco il distacco, non saprò rialzarmi, la normalità è fuori mano, negletta.
"Questa casa è come te, Vera".
"Antica?"
"No, troppa".
"Troppo cosa? Troppi mobili, ninnoli inservibili, decori inutili?"
"Troppo. Troppo senza aggettivi".
"Non esiste troppo senza aggettivi. E' un errore di sintassi".
"Troppo emotiva, Vera. L'aggettivo potrebbe essere emotiva".
"Esagerata, vuoi dire?"
"Ti fai annientare dalle mozioni. Io ho bisogno di razionalità, amabilità, difese. Lavoro dodici ore al giorno anche per questo".
Gli cingo le spalle conficcandogli le unghie nella schiena, burro che liquefa e riscalda, edifica palizzate acquiescenti. La pelle di Nicola sa di panna. La mia non ha la compattezza che bramo.
Detesto la sua giovinezza.
Fra qualche anno io sarò da buttare e lui ancora un uomo vero. Appetibile, affamato, seducente. Fertile. Io, un avanzo. Devo educarmi. Il punto è che mi nego persino il pensiero.
Incrocio ancora più salde le mie gambe, infilo i piedi che diventano improvvisamente freddi sotto il suo sedere. Potrei perderlo con un'occhiata. Pochi istanti fa mi dilaniava senza fare rumore.
"Ci si fa male anche solo esistendo, Vera. Io so dosare, tu invadi".
"Ripetimi, adesso, che non te ne andrai. So che accadrà".
Parlo senza ascoltarmi, mi camuffo, gli occhi già gonfi. Vorrei solo sparire dentro la sua carne. Lo strazio, che avvita, fa male dappertutto.
Non mi sposto, nell'impotenza di lasciarlo anche solo addormentare.
"Nicola, oltre a te non vedo niente".
"Ho fame, Vera. Ho bisogno d'aria, andiamo in cucina, qualcosa inventeremo".
"E gli orecchini?"
"Li sistemiamo dopo, rivestiti, amore".


Paola Calvetti "Nè con te nè senza di te"

lunedì 10 dicembre 2007

sabato 8 dicembre 2007

Operai

E' morto un altro ragazzo in seguito all'incendio delle acciaierie ThyssenKrupp di Torino; 4 morti, e potrebbero ancora crescere.
Ho sentito il dovere e la necessità di parlarne sul mio blog, come piccolo omaggio, sperando che non sia retorico, perchè è fortemente sentito.
Io ci ho pensato molto. Ho pensato al significato di morire così, a 30 anni, tragicamente, in un incendio. Ho pensato alle mogli che si sono svegliate in un letto vuoto, ai bimbi, piccolissimi, che forse ora non capiscono, ma capiranno. Ho pensato alla paura che si deve provare, quando si capisce di stare morendo, esplicitata nella frase di Roberto Scola, che era terrorizzato di non rivedere più i suoi figli. Penso al dolore, anche fisico. Mi sono sinceramente rattristata, mi sono sinceramente commossa davanti alle parole dei colleghi, persone che portano un peso, un'angoscia quotidiana alle quali difficilmente ci capita di pensare. L'angoscia della necessità, del vivere precario, l'angoscia di trovare, a tratti, assurda la propria vita. A chi, leggendo, sta pensando che non basta o non serve commuoversi, rispondo che ne sono pienamente consapevole, e anche in questo sta il mio sconforto. Il reparto in cui è divampato l'incendio stava per essere dismesso e, forse, per questo, si è pensato si potessero trascurare i controlli e gli impianti di sicurezza. Gli estintori non andavano, così come le pompe d'acqua e il telefono d'emergenza; questi sono i fatti su cui qualcuno dovrà rispondere. Sono morti quattro uomini, giovani, che facevano turni anche di 12 ore, di notte, in condizioni non sicure, per guadagnare quei 30€ in più, per loro indispensabili per provvedere alle loro famiglie, per cercare di vivere e non solo di sopravvivere, e chi si rifiutava veniva licenziato o indotto ad andarsene. Questo è solo un episodio, tragico, di una situazione che riguarda moltissime persone (siamo in Italia!). Questa è una piaga sociale vergognosa, da affrontare con urgenza; è una questione di condizioni di lavoro, ma è , anche, una questione di condizioni sociali, di vita. Davanti a queste storie non mi sembrano così lontani i discorsi sull'alienazione di Marx. E allora bisogna farsi qualche domanda...
Non voglio cadere nella facile polemica, nella facile indignazione; volevo solo dedicare un pensiero e una riflessione a una vicenda che mi ha molto colpita. Perchè 4 persone sono morte, bruciate, in un'acciaieria di Torino.

"Le morti bianche" di Michael Santhers

L'operaio capì che l'inferno è sulla terra e il paradiso sono quelle ali che ti fanno volare sopra le miserie.

Dall'ultimo piano, il decimo piano, guardò il cielo, fece per toccare una nuvola con un dito e precipitò nel vuoto.

Le chiamano morti bianche come avvenissero senza sangue.

Sono morti inopportune che spesso avvengono quando l'informazione è già impegnata in altri eventi.

Sono cadaveri con vite banali, sono numeri decimali che non incidono sul bilancio.

Sono cani che hanno abbaiato nel qualunquismo per mestiere, sono un nome nell'anagrafe che si cancella come un'impronta nel deserto in pieno vento, sono i ricordi sbiaditi del giorno dopo.


martedì 4 dicembre 2007

Mondo Tv

Mentre sono qui combattuta sul da farsi riguardo ai miei esami universitari ( provare, rimandare, scritto, orale, lettera, testamento), prendo tempo, scrivendo questo post.
Guardo veramente poca televisione, un pò per scelta e un pò perchè non me ne capita l'occasione. I programmi che mi piacciono sono su Rai3 e su La7. Su Rai3 seguo il Tg, Ballarò, Che tempo che fa e Parla con me; la rete di Tronchetti Provera (!!) mi attira, invece, per Crozza Italia, l'Infedele, Otto e mezzo e Markette (lo fanno ancora?). Capite bene come non solo guardi poca televisione, ma anche come il mio ruolo di telespettatrice si concentri per larga parte in una full immersion domenicale, così che dopo il Tg3, Che tempo che fa, Crozza Italia e Parla con me, svengo, ma col sorriso sulle labbra. E' il solito discorso: o non c'è un cavolo o è tutto la stessa sera, o a orari improbabili. Questa è la situazione normale.
Quando sono con la nonna, invece, guardo, nell'ordine: Forum, Tg4, Beautiful e l'Italia sul 2. In questo caso sono felice che tutto si concentri nello stesso giorno, in poche ore; un colpo solo, senza protrarre il dolore. Però sono affezionata anche a questi momenti e, ovviamente, racconto tutto questo con simpatia (quasi tutto diventa piacevole se hai una persona che ti dice di essere felice che tu sia lì con lei e che condividiate un momento insieme). Comunque, in Beautiful, Taylor è morta e resuscitata non una, ma due volte, le storie di Forum sono tutte vere, a L'Italia sul 2 ci sono sempre, per par condicio, un giornalista de Il Giornale e uno di Libero e il Tg4...bè, no, il Tg4 proprio non lo sopporto! Non tanto per le inchieste al mercato, le interviste al panettiere (come aspirante sociologa non posso non notare gli errori metodologici) o le storie di vita dei cuccioli abbandonati, ma per quel giornalista, Filippo D'Acquarone! Con quella voce sempre da cane bastonato, mono-tono, privo di espressività, senza verve; oh, proprio non mi piace.
Comunque guardare questi programmi aiuta a farsi un'idea di come girino le cose, del controllo e della politicizzazione delle reti, della distorsione dei fatti. Ogni volta che guardo e commento divertita questi programmi con la nonna, mio nonno osserva sconsolato e se la prende con Silvio e i fascisti e mia nonna sbotta:"Sempre quel Berlusconi lì devi tirar fuori!Sei ossessionato da quel Berlusconi lì!"


P.S Ho scoperto per caso questa tv online gratuita, che ne pensate? http://www.riflettotv.it/
Non ho avuto molto tempo per guardarci; ho visto solo un servizio interessante sull'11 settembre. Non so ancora dare un parere, ma come idea non è male...